THE GERALDINI FAMILY
Anonimo inglese
Le vicende dei Geraldini, ovvero di una delle
famiglie più rappresentative dell’Amelia
quattro-cinquecentesca, ci offrono uno spaccato
ideale per comprendere il clima culturale e
politico dell’Italia e dell’Europa nell’età
rinascimentale. Per molti storici moderni, e in
particolare lo storico Gamurrini, fonte precisa e
sicura, la
famiglia Geraldini è senza alcun dubbio la
famiglia Gheraldini di Firenze. Ciò che è
certo, è che la fortuna della famiglia deriva
dalle relazioni di Amelia con Roma, che permisero
l’inserimento dei Geraldini nella magistratura
e nella diplomazia romana ed insieme offrì
l’opportunità di stringere relazioni fruttuose
con potenti famiglie, fra cui gli Orsini, i
Colonna, i Borgia. Nella storia politica della
Chiesa i Geraldini
ebbero un ruolo significativo in diverse occasioni,
a partire dallo stretto rapporto tra il papato e
gli Aragona di Spagna, che tanto peso ebbe sulla
storia d’Italia. La famiglia contava molti
membri nel clero secolare ai quali, per dignità
di pensiero, per la fermezza e l’abilità
politica, spettarono incarichi prestigiosi:
diplomatici, governatori di città, abbreviatori
nelle lettere apostoliche, vescovi. Già dall’XI
secolo la famiglia vanta illustri antenati, come
Bonagura, console di Orvieto nel 1066, quindi
Collaolo di Vanni, eletto neI Consiglio dei
Dieci del Comune di Amelia nel 1327, Cello, il
giurista Matteo. Fu con Angelo Geraldini di
Amelia tuttavia che il destino della famiglia
cominciò ad incrociare i grandi eventi europei.
Prelato della curia pontificia, nominato conte
palatino da Ca!listo III, nel 1455, Angelo nella
sua vita attraversò l’Europa, mantenne rapporti
politici con la Spagna, con la Germania e con le
terre danubiane. La sua formazione giuridica
avvenne negli Studia, prima a Siena, poi a Perugia;
una formazione giuridica strettamente integrata
con la cultura umanistica, recepita tramite
l’insegnamento di Francesco Filelfo. Il
Maestro lo introdusse come "lettore" nell’
Università di Siena e quindi alla carriera
diplomatica, permettendogli di seguire gli oratori
di Siena fino alla corte del re di Cipro. In
seguito gli fu affidata l’Università di Perugia,
che durante il suo rettorato prese il nome di
Sapienza: formulò le regole della nuova Università,
recuperò la Biblioteca, ebbe la nomina di professore
di diritto, onore, sino ad allora, riservato ai
soli cittadini di Perugia. Finalmente venne
chiamato a Roma e nominato giureconsulto dal cardinale
Domenico Capranica; il papa Niccolò V gli
concesse il diritto sul monastero di Sant’
Erasmo di Cesi. In suo onore furono dipinti da
Giovanni Fiorentino gli affreschi della Chiesa di
Sant’ Erasmo in Cesi.
Le vicende dei Geraldini, ovvero di una delle
famiglie più rappresentative dell’Amelia
quattro-cinquecentesca, ci offrono uno spaccato
ideale per comprendere il clima culturale e
politico dell’Italia e dell’Europa nell’età
rinascimentale. Per molti storici moderni, e in
particolare lo storico Gamurrini, fonte precisa e
sicura, la
famiglia Geraldini è senza alcun dubbio la
famiglia Gheraldini di Firenze. Ciò che è
certo, è che la fortuna della famiglia deriva
dalle relazioni di Amelia con Roma, che permisero
l’inserimento dei Geraldini nella magistratura
e nella diplomazia romana ed insieme offrì
l’opportunità di stringere relazioni fruttuose
con potenti famiglie, fra cui gli Orsini, i
Colonna, i Borgia. Nella storia politica della
Chiesa i Geraldini
ebbero un ruolo significativo in diverse occasioni,
a partire dallo stretto rapporto tra il papato e
gli Aragona di Spagna, che tanto peso ebbe sulla
storia d’Italia. La famiglia contava molti
membri nel clero secolare ai quali, per dignità
di pensiero, per la fermezza e l’abilità
politica, spettarono incarichi prestigiosi:
diplomatici, governatori di città, abbreviatori
nelle lettere apostoliche, vescovi. Già dall’XI
secolo la famiglia vanta illustri antenati, come
Bonagura, console di Orvieto nel 1066, quindi
Collaolo di Vanni, eletto neI Consiglio dei
Dieci del Comune di Amelia nel 1327, Cello, il
giurista Matteo. Fu con Angelo Geraldini di
Amelia tuttavia che il destino della famiglia
cominciò ad incrociare i grandi eventi europei.
Prelato della curia pontificia, nominato conte
palatino da Ca!listo III, nel 1455, Angelo nella
sua vita attraversò l’Europa, mantenne rapporti
politici con la Spagna, con la Germania e con le
terre danubiane. La sua formazione giuridica
avvenne negli Studia, prima a Siena, poi a Perugia;
una formazione giuridica strettamente integrata
con la cultura umanistica, recepita tramite
l’insegnamento di Francesco Filelfo. Il
Maestro lo introdusse come "lettore" nell’
Università di Siena e quindi alla carriera
diplomatica, permettendogli di seguire gli oratori
di Siena fino alla corte del re di Cipro. In
seguito gli fu affidata l’Università di Perugia,
che durante il suo rettorato prese il nome di
Sapienza: formulò le regole della nuova Università,
recuperò la Biblioteca, ebbe la nomina di professore
di diritto, onore, sino ad allora, riservato ai
soli cittadini di Perugia. Finalmente venne
chiamato a Roma e nominato giureconsulto dal cardinale
Domenico Capranica; il papa Niccolò V gli
concesse il diritto sul monastero di Sant’
Erasmo di Cesi. In suo onore furono dipinti da
Giovanni Fiorentino gli affreschi della Chiesa di
Sant’ Erasmo in Cesi.