Alessandro Geraldini
GERALDINI

THE GERALDINI FAMILY

Anonimo inglese

Le vicende dei Geraldini, ovvero di una delle famiglie più rappresentati­ve dell’Amelia quattro-cinquecente­sca, ci offrono uno spaccato ideale per comprendere il clima culturale e politico dell’Italia e dell’Europa nell’età rinascimentale. Per molti storici moderni, e in particolare lo storico Gamurrini, fonte precisa e sicura,  la famiglia Geraldini è senza alcun dubbio la famiglia Gheraldini  di Firenze. Ciò che è certo, è che la fortuna della famiglia deriva dalle relazioni di Amelia con Roma, che permisero l’inserimento dei Geraldini nella ma­gistratura e nella diplomazia romana ed insieme offrì l’opportunità di stringere relazioni fruttuose con po­tenti famiglie, fra cui gli Orsini, i Colonna, i Borgia. Nella storia politica della Chiesa i Geraldini ebbero un ruolo significativo in diverse occa­sioni, a partire dallo stretto rapporto tra il papato e gli Aragona di Spagna, che tanto peso ebbe sulla storia d’Italia. La famiglia contava molti membri nel clero secolare ai quali, per dignità di pensiero, per la fermezza e l’abilità   politica, spettarono incarichi presti­giosi:  diplomatici, governatori di città, abbreviatori nelle lettere apostoli­che, vescovi. Già dall’XI secolo la fa­miglia vanta illustri antenati, come Bonagura, console di Orvieto nel 1066, quindi Collaolo di Vanni, elet­to neI Consiglio dei Dieci del Comune di Amelia nel 1327, Cello, il giuri­sta Matteo. Fu con Angelo Geraldini di Amelia tuttavia che il destino della famiglia cominciò ad incrociare i grandi even­ti europei. Prelato della curia pontifi­cia, nominato conte palatino da Ca!­listo III, nel 1455, Angelo nella sua vita attraversò l’Europa, mantenne rapporti politici con la Spagna, con la Germania e con le terre danubiane. La sua formazione giuridica avvenne negli Studia, prima a Siena, poi a Perugia; una formazione giuridica stret­tamente integrata con la cultura umanistica, recepita tramite l’inse­gnamento di Francesco Filelfo. Il Maestro lo introdusse come "lettore" nell’ Università di Siena e quindi alla carriera diplomatica, permettendogli di seguire gli oratori di Siena fino alla corte del re di Cipro. In seguito gli fu affidata l’Università di Perugia, che durante il suo rettorato prese il no­me di Sapienza: formulò le regole della nuova Università, recuperò la Biblioteca, ebbe la nomina di profes­sore di diritto, onore, sino ad allora, riservato ai soli cittadini di Perugia. Finalmente venne chiamato a Roma e nominato giureconsulto dal cardi­nale Domenico Capranica; il papa Niccolò V gli concesse il diritto sul monastero di Sant’ Erasmo di Cesi. In suo onore furono dipinti da Giovanni Fiorentino gli affreschi della Chiesa di Sant’ Erasmo in Cesi.

Le vicende dei Geraldini, ovvero di una delle famiglie più rappresentati­ve dell’Amelia quattro-cinquecente­sca, ci offrono uno spaccato ideale per comprendere il clima culturale e politico dell’Italia e dell’Europa nell’età rinascimentale. Per molti storici moderni, e in particolare lo storico Gamurrini, fonte precisa e sicura,  la famiglia Geraldini è senza alcun dubbio la famiglia Gheraldini  di Firenze. Ciò che è certo, è che la fortuna della famiglia deriva dalle relazioni di Amelia con Roma, che permisero l’inserimento dei Geraldini nella ma­gistratura e nella diplomazia romana ed insieme offrì l’opportunità di stringere relazioni fruttuose con po­tenti famiglie, fra cui gli Orsini, i Colonna, i Borgia. Nella storia politica della Chiesa i Geraldini ebbero un ruolo significativo in diverse occa­sioni, a partire dallo stretto rapporto tra il papato e gli Aragona di Spagna, che tanto peso ebbe sulla storia d’Italia. La famiglia contava molti membri nel clero secolare ai quali, per dignità di pensiero, per la fermezza e l’abilità   politica, spettarono incarichi presti­giosi:  diplomatici, governatori di città, abbreviatori nelle lettere apostoli­che, vescovi. Già dall’XI secolo la fa­miglia vanta illustri antenati, come Bonagura, console di Orvieto nel 1066, quindi Collaolo di Vanni, elet­to neI Consiglio dei Dieci del Comune di Amelia nel 1327, Cello, il giuri­sta Matteo. Fu con Angelo Geraldini di Amelia tuttavia che il destino della famiglia cominciò ad incrociare i grandi even­ti europei. Prelato della curia pontifi­cia, nominato conte palatino da Ca!­listo III, nel 1455, Angelo nella sua vita attraversò l’Europa, mantenne rapporti politici con la Spagna, con la Germania e con le terre danubiane. La sua formazione giuridica avvenne negli Studia, prima a Siena, poi a Perugia; una formazione giuridica stret­tamente integrata con la cultura umanistica, recepita tramite l’inse­gnamento di Francesco Filelfo. Il Maestro lo introdusse come "lettore" nell’ Università di Siena e quindi alla carriera diplomatica, permettendogli di seguire gli oratori di Siena fino alla corte del re di Cipro. In seguito gli fu affidata l’Università di Perugia, che durante il suo rettorato prese il no­me di Sapienza: formulò le regole della nuova Università, recuperò la Biblioteca, ebbe la nomina di profes­sore di diritto, onore, sino ad allora, riservato ai soli cittadini di Perugia. Finalmente venne chiamato a Roma e nominato giureconsulto dal cardi­nale Domenico Capranica; il papa Niccolò V gli concesse il diritto sul monastero di Sant’ Erasmo di Cesi. In suo onore furono dipinti da Giovanni Fiorentino gli affreschi della Chiesa di Sant’ Erasmo in Cesi.