Alessandro Geraldini
GERALDINI

BIOGRAFIA

Jürgen Petersohn

Figlio primogenito di Matteo e di Elisabetta Gerarda, nacque ad Amelia, presso Terni, il 2 marzo 1422, da una famiglia appartenente al locale patriziato. Il padre, giurista e funzionario in vari comuni e signorie dell'Italia centrale, si trovò in precarie condizioni economiche, e così il G. intraprese la sua carriera basandosi sostanzialmente sulle sue sole forze.

Le vicende biogafiche e l'attività pubblica del G. sono note dalla Vita che suo nipote, il poeta umanista Antonio Geraldini, scrisse secondo le indicazioni dello zio, durante un viaggio che i due fecero insieme da Napoli a Tarragona nella primavera del 1469, e che Antonio finì di scrivere nel gennaio del 1470 in Spagna. Inoltre le lettere, i resoconti e i documenti conservati nel fondo dell'Archivio Sforzesco (presso l'Archivio di Stato di Milano), nell'Archivio segreto Vaticano e nel Fondo Podacataro della Bibl. Marciana di Venezia (cfr.Petersohn, 1985, pp. 341-344) contribuiscono a ricostruire la biografia del Geraldini. Importanti testimonianze provenienti dal suo archivio privato, oggi perdute, erano ancora accessibili a E.Gamurrini nel XVII secolo.

Il G. ebbe la sua prima formazione presso un "magister Petrus de Claravalle" ad Amelia e, dopo aver studiato arti a Perugia, frequentò a Siena i corsi di poesia e retorica tenuti da Francesco Filelfo, per poi passare nel 1436, all'età di quattordici anni, allo studio del diritto. Non conosciamo la data del suo ingresso in religione. Per mancanza di denaro fu costretto a sospendere gli studi e a esercitare attività giurisdizionali. Durante il soggiorno a Siena della Curia romana, nel 1443, il cardinale Domenico Capranica notò il giovane G., che disputava acutamente e lo prese al suo servizio. Al seguito del Capranica, il G. tornò a Perugia nel 1444 dove, l'anno seguente, fu promosso al titolo di doctor decretorum, diventando poco dopo rettore della Sapienza nuova e della Sapienza vecchia, e anche vicario del vescovo di Perugia, Andrea di Giovanni Baglioni. Dopo aver svolto attività a carattere giuridico-amministrativo nell'ambito della legazione del Capranica nelle Marche, nel 1455 il G. entrò a far parte della Cancelleria papale, dove in breve tempo fu promosso abbreviator de parco maiori. Papa Callisto III ne riconobbe le capacità organizzative e nel 1455, nel corso della mobilitazione pontificia contro Jacopo Piccinino (impegnato in Italia centrale, con il sostegno di Alfonso d'Aragona, in azioni militari volte a minacciare lo Stato della Chiesa), gli conferì per la prima volta l'incarico di commissario di guerra, nominandolo nello stesso tempo segretario papale. In questo periodo ebbero inizio i rapporti, assai stretti, tra il G. e il duca di Milano Francesco Sforza, che dovettero influire in modo determinante sulla sua ascesa.

Nel 1458 il pontefice lo innalzò al rango di protonotario, e nel novembre dello stesso anno lo nominò rettore del Contado Venassino. Il G. dovette in seguito faticare per imporsi nei confronti del legato di Avignone, il cardinale Pierre de Foix il Vecchio, che gli avrebbe procurato, anche successivamente, considerevoli difficoltà nell'amministrazione dei possedimenti pontifici nella Francia meridionale, soprattutto per l'atteggiamento protettivo manifestasto da G. nei confronti degli ebrei.
All'inizio della sua attività come protonotario, il pontefice gli assegnò altre due missioni diplomatiche nel sud della Francia. Nell'aprile-maggio 1459 partecipò in veste di delegato papale al capitolo generale dei monaci certosini tenutosi alla Grande-Chartreuse, per ripristinare la compromessa disciplina dell'Ordine. Successivamente si recò in Provenza per spiegare a Renato d'Angiò, re titolare di Gerusalemme e Sicilia, le ragioni di papa Pio II, che aveva investito Ferdinando d'Aragona del Regno di Napoli, ignorando le rivendicazioni concorrenti degli Angiò...