Alessandro Geraldini
GERALDINI

VITA DI SANT'ALBERTO DI MONTECORVINO

Alessandro Geraldini

La "VITA DI SANT’ALBERTO", scritta in latino dal Vescovo Alessandro Geraldini di Amelia, e riportata da Ferdinando Ughelli con relativa introduzione dello stesso Ughelli, e sopra trascritta, è stata presentata, tradotta, annotata e data alle stampe nel maggio 1993 da Vincenzo Francia, presso lo stabilimento Leone Grafche, per conto della Books & News, via Fraccareta 36, 71100 Foggia. Riportiamo quindi qui di seguito il testo integrale della pubblicazione.

Sant'Alberto, figlio di Giovanni, discendente di una nobile famiglia normanna, nacque nel 1031 (o 1032) a Planisio (un borgo nei pressi di Montecorvino), un antico
borgo oggi scomparso.

All'età di 5 anni andò a vivere a Montecorvino, città fondata dai bizantini intorno al 1015, nell'attuale provincia di Foggia, insieme a Civitate, Fiorentino e Troia, dove
fu avviato allo studio delle discipline letterarie e tra il 1059 e il 1075 fu eletto vescovo di quella diocesi (fu il secondo vescovo). La sua vita fu improntata sin da
ragazzo alla preghiera e al digiuno tanto che alla morte del vescovo Beato il clero, popolo ed il conte Gualtieri di Civitate che allora amministrava la provincia
elessero all'unanimità Alberto come nuovo vescovo, egli inizialmente non accettò tale responsabilità fu quasi costretto ma volle essere consacrato solo dopo l'ampliamento ed il restauro della Cattedrale.


La fama della sua santità si diffuse di giorno in giorno, tantoché molti nobili locali e tra questi anche Roberto il Guiscardo si recarono da lui per la confessione.

Alberto continuò a vivere in continua preghiera,  digiunando restando in una continua meditazione ascetica. A causa delle continue privazioni ebbe un
forte decadimento fisico e divenne cieco, perciò gli fu affiancato il sacerdote Crescenzo in veste di coadiutore, il quale tentò con ogni mezzo di abbreviare la vita di Alberto per succedergli sulla cattedra vescovile.

La tradizione ci tramanda diversi miracoli di Sant'Alberto ancora vivente, si dice che giungevano a Montecorvino fedeli da tutto il regno normanno per chiedere grazie al santo vescovo.

L'ultima notizia documentata della sua attività pastorale risale all'anno 1082 ed attesta la presenza di Alberto e di altri vescovi e conti delle città vicine a Civitate per ratificare la rinuncia dell'abate di Montecassino, il cardinale Desiderio, ad ogni potestà sull'abbazia di S. Maria di Tremiti.

Da questo momento non si hanno più notizie certe della sua vita né dell'anno preciso della sua morte.

Alberto morì nel giorno 5 aprile tra la fine del XI secolo e gli inizi del XII e fu sepolto nella sua cattedrale.