Alessandro Geraldini
GERALDINI

ITINERARIUM AD REGIONES SUBAEQUINOCTIALI PLAGA CONSTITUTAS (traduzione in italiano con note)

Alessandro Geraldini

Il libro è stato scritto tra il 1521 ed il 1522 da Alessandro Geraldini di Amelia e pubblicato per la prima volta a Roma nel 1631 per i tipi della tipografia Guglielmo Facciotti. Quest'edizione dell'Itinerarium  è stata curata da Alessandro Geraldini di Amelia, discendente dell'antica famiglia, che ha tradotto il testo dal latino, ha redatto le note e l'appendice: è stata pubblicata nel 1991 dalla NUOVA ERI/EDIZIONI RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA, Via Arsenale, 41 - 10121 Torino, con prefazione di Paolo Emilio Taviani e introduzione di Gaetano Ferro, e stampata dalla Tibergraph s.r.l., Città di Castello (PG).

PREFAZIONE

La gratitudine di Colombo verso Alessandro Geraldini si manifestò con il nome con cui battezzò un’isola del Nuovo Mondo: Gratiosa, il nome della madre di Alessandro. L’episodio è rievocato dallo stesso Geraldini nell’Itinerarium: "Berique iam insulam deteximus, qua modo gratiosa dicitur, et nobilis mater mea nomen a Colono Ligure inditum tenet". La figura di Alessandro Geraldini, la sua famiglia, la sua origine nella città di Amelia in Umbria sono sufficientemente illustrate nelle note al testo e nell’appendice e ad esse rimandiamo. Basta qui ricordare che si era adoperato presso la Corte dei Re Cattolici, a favore dell’impresa di Colombo, prima Monsignor Antonio Geraldini, poi, alla morte di questo nel 1489, il fratellastro di lui Alessandro. L’azione di Alessandro fu particolarmente efficace nella Giunta di Santa Fé, che doveva decidere sulla realizzazione del progetto del Genovese. In quella occasione furono parecchi, fra i personaggi che si muovevano a Corte, i sostenitori e protettori di Cristoforo Colombo, ma il ruolo di Geraldini si può considerare se non deter­minante, certo assai importante ai fini del superamento delle gravi questioni di carattere cosmografico che erano alla base del dise­gno di "Buscar el Levante por el Poniente". La Giunta di Santa Fé, alla quale abbiamo fatto riferimento, era composta più di prelati che di geografi e cosmografi. Di essa le Historie di Don Fernando dicono: "Ma perciocché in quei tempi non vi erano tanti cosmografi quanti son ora, coloro che si riunirono non intendevano quel che dovevano né l’Ammiraglio si voleva lasciar tanto intendere, temendo che gli avvenisse quel che in Portogallo gli avvenne che gli rubassero il suo pro­getto. Per lo che fu tanto differente la risposta e l’informazione che alle Altezze loro fecero, quanto era la varietà dei loro inge­gni e pareri. Alcuni dicevano che - poiché nel fiume di tante migliaia di anni, che Dio glorioso aveva creato il mondo, mai non s’avea avuta cognizione di cotai terre neppure da tanti e tanti savi e pratichi delle cose di mare - non era verosimile che ora Cristoforo Colombo sapesse più che tutti i passati e i presenti". Questa frase delle Historie, ribadita da Las Casas, ci fa ben comprendere quale fosse la natura delle obiezioni poste a Co­lombo. Alessandro Geraldini ci offre nel XIV libro dell’Itinerarium un ampio quadro del dibattito.

Fu lui a contestare, con tatto e diplomazia, coloro che, per contrastare il progetto di Colombo, adducevano l’autorità di San­t’Agostino e di Nicola da Lira. Egli disse, in funzione di avvo­cato difensore, che il primo era stato un grande dottore della Chiesa, il secondo un abile teologo, ma nessuno dei due un buon geografo. Dunque Colombo, nel corso del secondo viaggio di scoperta, si ricordò con riconoscenza dell’appoggio avuto dal prelato e de­dicò al nome madre di Geraldini un'isola appena scoperta. Morison attribuisce il nome di Gratiosa all’isola che oggi si chiama Vieques, che si trova nella carta di Battista Agnese della seconda metà del XIV secolo, collocata vi­cino a Tobago. Fa fede quanto racconta Alessandro Geraldini nel XII libro:"E finalmente (...) scoprimmo l’isola di Berequeya, che adesso chiamasi Gratiosa, così intitolata dal Ligure Colombo, dall’illustre nome di mia madre. Allora io fui lieto perché Colombo aveva per me conservato l’antica amicizia di quel tempo, cioè, che lo giovai ad intraprendere tale spedizione nel grande Oceano". Monsignor Alessandro Geraldini si trattenne per due giorni nell’isola dal nome materno, descrivendocela. Purtroppo il nome della madre di Geraldini è scomparso dalle carte geografiche del Nuovo Mondo. Rivede invece la luce l’Itinerarium, un’opera che va considerata fra le prime, dal punto di vista cronologico, della bibliografia colombiana.


PAOLO EMILIO TAVIANI