Alessandro Geraldini
GERALDINI

AGAPITO GERALDINI DI AMELIA PRIMO SEGRETARIO DI CESARE BORGIA (1450-1515)

Carlo Cansacchi

AGAPITO GERALDINI DI AMELIA

PRIMO SEGRETARIO DI CESARE BORGIA

(1450:1515)

Estratto dal  B"Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria"

Volume LVIII

PERUGIA   1961
Gli scritti sui Borgia su Alessandro VI, su Cesare, detto il Valentino, sulla graziosa Lucrezia sono assai numerosi; pochi autori, invece, si sono curati di descrivere i personaggi che questi principi ebbero intorno a sè, che furono i consiglieri ed esecutori dei loro piani. Io mi accingo a descrivere la vita di uno di questi, che fu consigliere intimo e primo segretario del Valentino, suo famigliare devoto e fedele sia negli anni della gloria, sia in quelli della sventura: Agapito Geraldini di Amelia. Degli scrittori, contemporanei o successivi, alcuni lo nomina­rono appena; altri, facendone cenno, non si sono soffermati sulle sue notevoli qualità o vi hanno fatto limitato riferimento. Io, suo concittadino, sono stato in grado di tracciarne la vita, non soltanto attingendo ai documenti già noti, ma riferendomi a molti docu­menti inediti o poco noti, sia dell’Archivio Vaticano, che di quello di Amelia. Due circostanze della vita del Geraldini mi pare siano degne di essere particolarmente rilevate : il suo affetto per la città natale, Amelia, alla quale cercò, in ogni circostanza, di recare vantaggi e di eliminare pericoli; la sua fedeltà al Valentino anche nell’avversità quando, in seguito alla morte del papa Alessandro VI, egli si avviava a sicura rovina. Agapito Geraldini nasceva da famiglia nobile ed illustre, fra i cui membri figuravano, già da secoli, prelati di alta erudizione e pietà, giuristi di grido, capitani esperti e valorosi, ambasciatori peritissimi. Una vaga e infondata tradizione vuole i Geraldini originari della Valacchia, venuti in Italia al seguito di qualche imperatore germanico ; ma lo storico Gamurrini li dice, invece, derivati dai Gherardini della rosa rossa di Firenze. È certo, comunque, che alla fine del se­colo XIII già primeggiavano in Amelia, per nobiltà e per censo, conservando possessi feudali ed allodiali nel contado e facendo parte del Consiglio, detto dei dieci, nel Comune di Amelia.