Alessandro Geraldini
GERALDINI

UN ITALIANO IL PRIMO VESCOVO DI SANTO DOMINGO

Settimanale Cattolico - SAC. PAOLO FONTANA

Un italiano il primo Vescovo di Santo Domingo

Alessandro Geraldini, insigne storico, umanista, poeta e amico di Cristoforo Colombo

Un modo per introdursi nella storia e nella cultura della Chiesa di Santo Domingo è quello di avvicinare la figura e l'opera di uno dei suoi pastori di maggiore rilievo.

È in tale prospettiva che si giustifica questo profilo di Alessandro Geraldini di Amelia(1455-1524), il primo Vescovo di Santo Domingo, insigne umanista, storico e poeta. Già una prima notazione ci rende familiare la figura del Geraldini, questo Vescovo si iscrive facilmente nella cultura umanistica del secolo XVI.

Geraldini non è solo importante per la sua amicizia con Colombo, che difese sempre contro i suoi accusatori, per i suoi libri di viaggi: Geraldini è il tipico Italiano del rinascimento, un umanista come tanti la storia ce ne ha tramandato.

La carriera di Geraldini, dicevo sopra, è comune a altri suoi conterranei contemporanei. Originario di Amelia, nell'Italia Centrale, da famiglia nobile, i Geraldini di Amelia avevano dato numerosi Vescovi all'Italia e alla Spagna: Alessandro assunse alla corte della Regina Isabella il ruolo di precettore dei figli della sovrana.

Il contatto con la corte spagnola doveva servirgli come trampolino di lancio per il suo ruolo futuro di diplomatico e umanista. Secondo Menendez y Pelayo, noto storico spagnolo, a lui si deve in Spagna la nascita dell'interesse per la classicità e la sua presenza nella penisola sullo scorcio del secolo XVI lo colloca nell'ambito dell'umanesimo cristiano iberico che pochi anni dopo con il Cineros doveva raggiungere il suo massimo sviluppo.

La sua carriera diplomatica al servizio della Corte di Spagna lo portò nell'Inghilterra di Enrico VIII (all'epoca ancora il Defensor Fidei e non il capo della separazione della chiesa d'Inghilterra), a Venezia, e fino in Russia, al fine di organizzare la tanto attesa crociata contro i Turchi che avevano conquistato Costantinopoli.

Già in questo episodio si vede la realtà epocale e personale del Geraldini. Si tratta di un uomo in sospeso tra due epoche, da un lato le crociate e dall'altro l'umanesimo e le scoperte del Nuovo Mondo.

Il suo impegno diplomatico doveva segnalarlo all'attenzione del Papa Alessandro VI che lo nominò Vescovo di Volterra e Montecorvino. Il Geraldini, come molti prelati dell'epoca, come ebbe a lamentare il Concilio di Trento mezzo secolo dopo, non risiedette mai nella sua diocesi sempre impegnato in missioni diplomatiche per conto di Carlo V. E proprio questo imperatore per riconoscenza lo nominò nel 1516 Arcivescovo di Santo Domingo.

Prima di partire per la sua sede il Geraldini partecipò, in qualità di Vescovo di Santo Domingo, al Concilio Lateranense V. Si trattava della prima partecipazione della Chiesa americana ad un concilio della Chiesa Universale. Due anni dopo, nel 1519 Geraldini partiva da Siviglia con una nave speciale che dopo sei mesi di navigazione lo conduceva a Santo Domingo. È in questa realtà che si sviluppò ad opera del Geraldini la scelta per un "Umanesimo dei Tropici" come alcuni storici hanno definito la sua attività culturale.

L'attività intellettuale dell'Arcivescovo si dispiegò dall'astronomia (a quella latitudine poté vedere costellazioni invisibili dall'Europa e ne scrisse con entusiasmo nelle lettere agli amici europei) alla storia e alla poesia.

Dal punto di vista artistico l'impegno del Geraldini si sviluppò nella costruzione della prima cattedrale del Nuovo Mondo, dedicata all'Annunciazione, edificio in stile gotico - isabelliano che rimane ancora oggi un'importante testimonianza dell'arte di epoca coloniale. La sua presenza alla posa della prima pietra è ancora oggi testimoniata da un'iscrizione sul portale principale.

L'opera più significativa del Geraldini rimane in ogni caso quella di storico dei primi anni delle Indie spagnole. Nel 1631 usciva un piccolo ed oggi raro libro intitolato "Itinerarium ad Regiones sub Aequinoctiali Plaga Constitutas". Si trattava dell'edizione postuma, ad opera di un nipote, del diario di navigazione del viaggio del Geraldini per arrivare nella sua diocesi. L'opera, che è stata recentemente riedita, ci mostra lo svelarsi del mondo equatoriale allo sguardo di un umanista.

In questo senso si può tentare un raffronto tra Pietro Martire d'Angiera e Geraldini. Le Décadas del celebre umanista rimangono rispetto all'Itinerarium di Geraldini l'opera di un uomo rinascimentale affascinato dalle notizie contraddittorie che giungevano dal Nuovo Mondo: nell'opera del Pietro Martire, che non si recò mai in America per conservare una visione più oggettiva dei fatti si vede la curiosità e l'interesse dell'umanista. Diversa in questo senso la situazione del Geraldini. L'Itinerarium è un diario pieno di entusiasmo e di partecipazione, la testimonianza dello stupore di un raffinato umanista che si incontrava con una civiltà, una storia ed una natura così diverse da quelle usuali.

Va attribuito all'Itinerarium anche il merito di essere una delle prime, almeno in ordine di redazione, non certo per l'edizione, cronache della vita e dei fatti del Nuovo Mondo.

L'opera storica non assorbì però totalmente l'attività letteraria del Geraldini. Tra i suoi scritti vanno annoverati numerosi testi di pietà, poesie su vari soggetti, omelie, discorsi.

La vita di Alessandro Geraldini stava volgendo al termine. Il primo Vescovo Residente del Nuovo Mondo si spense nella sua Diocesi l'8 marzo 1524. Venne seppellito nella Cattedrale da lui iniziata.

Per un approfondimento sulla figura di Alessandro Geraldini si può consultare: Roberto M. Tisnes J. CMF, Alejandro Geraldini, primer obispo residente de Santo Domingo en la Espagnola: Amigo y defensor de Colon - Santo Domingo 1987. Alessandro Geraldini, Itinerarium, con prefazione di Paolo Emilio Taviani e introduzione di Gaetano Ferro - Nuova Eri 1991.

Sac. Paolo Fontana

(tratto da "settimanale cattolico")