Alessandro Geraldini
GERALDINI

STORIA DELLA CHIESA DOMINICANA

Settimanale Cattolico - SAC. PAOLO FONTANA

STORIA DELLA CHIESA DOMINICANA

Una presenza operosa

Cenni storici dal 1500 ad oggi

 

La storia della Chiesa, di una Chiesa legata ad un territorio particolare è sempre una storia di uomini che in quel paese, in quella cultura sono vissuti, morti, e ora, nel bene o nel male, sono ricordati.

Risulta quindi fondamentale per la nostra Diocesi, che con quest'anno (1991, N.d.R.) si impegna in una missione in Santo Domingo, da un lato riflettere sulla storia di quel paese, cercare di socchiudere la porta di accesso a quella cultura, a quella realtà, dall'altro presentare, rileggere una storia, scegliere, selezionare fatti e persone da raccontare, cosa che per chi vive lontano nel tempo e nello spazio presenta particolari problemi.

Possiamo dividere la storia della Chiesa di Santo Domingo in alcune tappe che la vedono collegata allo sviluppo del paese. Dalla fondazione delle prime tre diocesi (1504) al trattato di Basilea (1795) che pone l'isola sotto la dominazione francese si svolse l'era coloniale; da lì il periodo delle lotte per l'indipendenza, che si caratterizzò come un'era di torbidi politici e sociali che durò fino al 1866, anno della riconquista definitiva dell'indipendenza dalla Spagna. Dal 1866 a oggi epoca della vita della Repubblica Dominicana.

In questi diversi momenti possiamo vedere la Chiesa Di S. Domingo al centro di problemi politici e sociali.

Con la creazione, con la Bolla "Illius Fulciti Praesidio" nel 1504, delle prime diocesi avviene il passaggio dall'evangelizzazione sporadica affidata a singoli sacerdoti o religiosi all'"implanatio ecclesiae".

Il fatto cristiano è ormai avvenuto nell'isola, la storia si dipana da adesso in poi come esplicitazione della verità rivelata da parte di una comunità credente.

Il primo Vescovo, quello di maggior rilievo dell'epoca, è Alessandro Geraldini di Amelia(1455-1524), grande umanista e grande diplomatico, che segna, all'inizio del secolo XVI, il nesso tra il mondo della cultura rinascimentale e il Nuovo Mondo. Amico di Colombo, che aiutò con tutti i mezzi data la sua posizione alla corte dei Re Cattolici, e con un determinante intervento al convegno di Granata in cui fu deciso il viaggio di Colombo, ci lascia l’unica testimonianza diretta, su Colombo e sulla vita a Santo Domingo, nel suo diario di viaggio “Itinerarium ad regiones sub aequinoctiali plaga constitutas”.

Nell'era coloniale si distinsero nell'evangelizzazione i massimi ordini religiosi, Domenicani, Francescani, Mercedari e Gesuiti. Un momento di particolare importanza fu dato dall'unico Sinodo Provinciale svoltosi nell'isola, quello del 1622 voluto dall'arcivescovo Pedro de Oviedo, monaco cistercense.

Un passo fondamentale fu il trattato di Basilea. Con questo atto il governo spagnolo e quello francese si accordavano per una cessione integrale dell'isola da parte del primo e del secondo.

Iniziava per la Chiesa di Santo Domingo un nuovo periodo. Il problema non era più rapportarsi ai rappresentanti dell'imperatore o del re, ma di saper sopravvivere in mezzo a turbinosi cambiamenti di governo. In quest'epoca si succedettero invasioni di Haitiani francofoni, tentativi di indipendenza, riconquiste da parte spagnola, rivolte di schiavi e tirannie locali. Il periodo in questione è stato definito dagli storici una "Via Crucis" per la Chiesa di Santo Domingo. L'instabilità politica non ha certo favorito la causa della diffusione del Vangelo e dal punto di vista politico la nomina di Arcivescovi francesi dovuta alle dominazioni haitiane era vissuta in modo negativo dalla componente ispanica della parte dominicana dell'isola. È nell'epoca successiva le guerre locali e di indipendenza che la Chiesa dominicana riesce a riprendere un ruolo pubblico di educatrice delle coscienze.

Sullo scorcio del secolo XIX alcuni esponenti della gerarchia ebbero addirittura incarichi di governo all'interno della Repubblica.

Un cenno particolare merita Fernando Arturo de Merino che da parroco venne eletto dai suoi fedeli membro della Assemblea Costituente e successivamente Presidente della Repubblica.

Il suo mandato, durato due anni, si distinse per l'attività riformatrice e per la dura repressione delle rivolte interne. Per le sue doti venne eletto Arcivescovo di Santo Domingo nel 1885, il suo mandato durò fino al 1906, anno della sua morte.

L'esempio del Merino mostra un'interessante fusione di ruoli politici ed ecclesiali in una situazione eccezionale da parte di un uomo indubbiamente altrettanto eccezionale. Il secolo XX ha portato alla Chiesa di Santo Domingo alcuni eventi di particolare importanza.

Nel 1930 veniva aperta ufficialmente la nunziatura apostolica a Santo Domingo, ne 1953 veniva creata la provincia Ecclesiastica e l'anno dopo veniva stipulato il concordato tra governo e Chiesa cattolica che dava valore civile al matrimonio canonico. Questo cammino di riorganizzazione della Chiesa Dominicana aveva un segno di rilievo nel 1976 con l'elevazione della porpora cardinalizia di Mons. Octavio A. Beras Arcivescovo dal 1962 ad opera di Paolo VI.

Sac. Paolo Fontana

(da "settimanale cattolico", 10/10/1991)